Da questo mese ritornano a grande richiesta le interviste alle piccole realtà artigianali italiane, che usufruiscono del nostro servizio di stampa tessuti personalizzati. Ospitiamo nel nostro spazio virtuale Sara e Valeria creatrici del brand Quelleduelì. Le conosciamo dal 2019, sono due ragazze curiose, attente al prodotto e alle tecniche di stampa, ogni dettaglio è curato. Abbiamo chiesto a loro come lavorano e come in questi anni abbiano affrontato le sfide per far crescere il loro progetto, se vi abbiamo incuriosito scorrete in basso per leggere :) Ci raccontate come è nato il nome del brand? E' nato da una battuta, ci è piaciuto subito, perché gioca sull'ironia... Il fil rouge del nostro progetto e del nostro essere. Dove non arriva quellalì c'è quellalà e viceversa... sempre. Ci capiamo al volo, abbiamo antenne che percepiscono tante vibrazioni e sfumature. Come avete sviluppato la passione per il cucito dei tessuti? La nostra passione è il tessuto, non cuciamo in modo professionale, ci appoggiamo ad un piccolo laboratorio sartoriale che mette in pratica le nostre idee. Qual è la vostra fonte di ispirazione? Il concetto di perfezione della natura. Le forme, i colori e i profumi che essa ci dona, sono i protagonisti delle nostre storie tessili. E poi le persone. Donne che hanno lasciato un segno, dalla forte personalità. E’ a loro che dedichiamo i nostri disegni. Vogliamo creare contenuto, oltre che immagine. Ci mettiamo il cuore, oltre che il tempo. Come nascono le vostre collezioni? Da un laboratorio magico, uno spazio solo nostro, privo di giudizio e di urgenza, senza muri, fatto di sogni e materiale per disegnare. Quali sono le principali difficoltà del vostro lavoro? Essendo al momento un progetto sperimentale, dedichiamo una piccola parte del nostro tempo: questo ci permette di stare poco insieme e non sempre riuscire a portare a termine tutte le innumerevoli idee. Inoltre ci autofinanziamo. I costi per ora sono alti, i quantitativi bassi, e questo rallenta notevolmente il nostro flusso creativo. Siamo convinte che se fossimo a Stoccolma, Londra o Berlino le cose sarebbero diverse. Cosa vi ha fatto scegliere i tessuti TheColorSoup? La qualità dei materiali, la semplicità nell'ordinare, la disponibilità di Daniela (la nostra problem solver ;-)) e la possibilità di ordinare pochi metri. Se poteste collaborare con un’artista chi scegliereste? India Flint & Li Edelkoort. Qual è stata la sfida principale durante il COVID? Continuare a sognare. Quali sono i vostri prossimi obiettivi? Conoscere ed imparare sempre meglio le tecniche di stampa, studiare prodotti sempre meno impattanti, realizzare tutte le idee pazze che ci vengono in mente, continuare a mettere in relazione le competenze e non smettere mai di vivere con leggerezza tutto ciò che accade. Secondo voi qual è il valore aggiunto dei prodotti made in Italy e artigianali? La passione, la serietà, la qualità e uno stile originale e raffinato insieme. Com’è iniziata la vostra collaborazione? Quelleduelì è nato da un “abito a fiori”. Un abito fatto di petali, che sono le intuizioni, foglie che sono gli interessi ma soprattutto di germogli, che sono i bisogni. Il progetto consiste nel coltivare semi di bellezza, far germogliare e crescere un pensiero buono, fatto di ritorno alle origini, rendere tutto questo materia, intrecciare collaborazioni, diffondere solidarietà e cura, far scappare un sorriso, con profonda serietà, senza tralasciare alcun dettaglio. Come scegliete le palette colori per la realizzazione dei tessuti? E i tessuti? Sempre dalla natura e dai nostri stati d'animo chiaroscurati. I tessuti vengono scelti in base alle esigenze di differenziarci dal consumismo di massa, la funzionalità, il comfort che hanno sulla pelle. In che modo applicate la sostenibilità al vostro lavoro? Non buttiamo via nulla, gli scarti sono materia prima e preziosa, diventando accessori (bottoni, tasche, applicazioni, spille...). Riutilizziamo spesso i materiali, i nostri packaging sono di carta da poter dipingere oppure furoshiki di tessuto. Andiamo spesso al lavoro a piedi o in bicicletta. Cosa amate di più del vostro lavoro? Il fatto che non sia un lavoro ma una passione il cui scorrere del tempo non si senta. Quali sono i vostri tessuti preferiti di TCS? I nostri tessuti preferiti sono: puro lino misto lino viscosa twill di cotone 290gr tela di viscosa Ecovero tela di cotone Gots. Qual è il progetto di cui siete più orgogliose? Tutti :) Se abbiamo stimolato la vostra curiosità, potete seguire il loro canale Instagram, cliccando qui.
Durante questi anni di attività spesso i nostri clienti ci chiedono come scegliere i tessuti più adatti ai loro progetti, per questo motivo abbiamo deciso di realizzare un glossario dei tessuti. Un indice che raccoglie le informazioni necessarie a scegliere e ad utilizzare i materiali in modo corretto. Ci sono diverse caratteristiche che classificano i tessuti, le principali sono: la fibra, il peso e l'armatura. Partiamo con l'individuare sullo shop le quattro categorie di fibre: naturali (lino, cotone, seta), sintetici (poliestere), misti e artificiali (viscose). Ogni fibra è caratterizzata da processi di stampa e tempi di produzione differenti, ad esempio la stampa transfer non necessita di uso di preparazione e lavaggi dei tessuti a differenza della stampa digitale reattiva, questo incide sui tempi di produzione. Come saprete si usa la stampa transfer per i poliesteri e la stampa digitale reattiva per il resto delle fibre. Se vogliamo far una ricerca per uso del tessuto (vi consigliamo di usare sullo shop i filtri di ricerca) ci possiamo aiutare con il peso del tessuto. Ad esempio per borse, astucci e accessori per la casa, si valutano i più pesanti oltre i 200gr/mq, perchè hanno una struttura più resistente. twill di cotone canvas poly spazzolato dettaglio canvas di cotone I tessuti per abbigliamento, vanno selezionati con un peso inferiore ai precedenti, le diverse armature del tessuto potrebbero valorizzare il disegno o il colore della tinta unita scelta e di conseguenza in vostro capo finito. Tra le armature che potete trovare in commercio, possiamo parlare delle più usate: tela, twill, mussola, jersey e voile. La tela è l'intreccio più semplice dei fili, dritto e rovescio sono identici, le tele più fini da camiceria sono le mussole e i popeline ci aggiriamo a un massimo di 100gr/mq. Se dovete realizzare gonne, abiti, pantaloni optate per pesi sui 120-180 gr/mq: tela di cotone 125gr tessuto raso tela di viscosa dettaglio tela di viscosa Ecovero Le armature oblique sono chiamate saia o twill, la mano è più morbida e meno rigida rispetto alla tela, il capo sarà più confortevole in fase di indossaggio twill eco di poliestere twill di viscosa twill di cotone elastan dettaglio eco twill Il classico denim o jeans ha un'armatura a saia, è molto resistente, la presenza di elastan nella composizione aiuta nella vestibilità del capo. Ti consigliamo di utilizzarlo per confezionare pantaloni, saloppette, gonne, giacche e camicie. denim elastico denim per tailleur dettaglio tela denim Se volete creare accessori femminili come foulard, turbanti, scrunchies o shopper richiudibili, è necessario scegliere tessuti leggeri, fini e con una mano morbida: voile di seta voile di poliestere tela di microfibra eco crepe* eco chiffon* * fibra di poliestere recuperata dalla dismissione di bottiglie di plastica dettaglio voile di poliestere Se fino ad ora abbiamo visto tessuti navetta o jacquard, ora vi spieghiamo quelli a "maglia", anche chiamati jersey. Sono realizzati con macchine per maglieria, caratterizzati da un tessuto elastico sia in lunghezza che in larghezza che può essere ottenuto da qualsiasi fibra tessile: quelle più usate sono il cotone, la viscosa e il poliestere. Tra le nostre proposte di basi tessuto stampabili e tessuti uniti trovate: double jersey jersey di viscosa tessuto beachwear jersey vanisé jersey leggero per t-shirt jersey tridimensionale jersey effetto velluto dettaglio jersey di viscosa Tenete presente che le nostre stoffe sono disponibili in diverse altezze, da un minimo di 130cm a un max di 150cm, in ogni scheda prodotto vi sarà indicata come dimensione tra cimossa e cimossa, inoltre troverete anche indicata la percentuale di ritiro del tessuto, in catena e/o in trama. Alte percentuali di ritiro sono dettate dalla fibra elastica contenuta nella tessitura della stoffa.
Riutilizzare i tessuti per impacchettare i regali La sostenibilità é ormai (fortunatamente) un tema all'ordine del giorno e una sfida costante per aziende e privati sensibili all’impatto ambientale delle proprie azioni. I dati sulla deforestazione legati a pratiche di agricoltura e allevamenti intensivi sono allarmanti e dimostrano che oltre 230 milioni di ettari di foresta scompariranno entro il 2050 (fonte WWF). Per questo motivo, oltre a sostenere investimenti verdi, e mirare verso la transizione ad un’economia innovativa e sostenibile è importante che ognuno di noi contribuisca attraverso le piccole scelte quotidiane. Dal 2015, la nostra azienda mira ad ottimizzare la propria produzione riducendo al minimo gli sprechi in termini di acqua, energia e rifiuti. La gamma dei nostri prodotti promuove ad esempio tessuti certificati, come i greggi GOTS: tessuti biologici che riducono le emissioni di gas fino al 94%, trattati senza pesticidi o sostanze tossiche e che permettono di ridurre l’inquinamento delle acque fino al 98%. Per questo motivo da oggi nel nostro blog inizieremo ad inserire contenuti in tema con la sostenibilità, un argomento che vive nella quotidianità di crafter e artigiani grazie soprattutto all’attenzione per le materie prime. Molti dei nostri clienti realizzano numerose spedizioni e regali durante l’arco dell’anno, utilizzando imballaggi, plastica o carta non riciclabili che automaticamente finiscono nel cestino della spazzatura. Oggi vi proponiamo un’opzione di packaging molto più sostenibile perfetta per arricchire il vostro regalo con un elemento in più: il Furoshiki. L'arte del Furoshiki, è un metodo antico e sostenibile di avvolgere i regali con un “qualsiasi pezzo di stoffa di formato quadrato”. Pensate ad una confezione personalizzata con i vostri pattern, su un quadrato di cotone 125gr o stampata sui dei poliesteri riciclati dai colori brillanti.Basterà confezionare il regalo (o il prodotto) avvolgendolo nel tessuto e intrecciare i quattro angoli nel modo che preferite! Ma facciamo un passo indietro: da dove il Furoshiki? In Giappone agli inizi del 700 a.c. usavano panni per avvolgere i beni più preziosi dei templi ed era noto con il nome di Tsutsumi. Il nome Furoshiki (da furo, bagno) arriva molti anni dopo, tra il XII e il XVI secolo, quando nei bagni pubblici il panno decorato con stemmi di famiglia, veniva utilizzato per avvolgere i vestiti, come noi oggi che utilizziamo le sacche da palestra. Con il passare del tempo nacquero infiniti modi di avvolgere il Furoshiki, il fukusa-zutsumi significa che il tessuto è piegato attorno all’oggetto di piccole dimensioni, senza nodi. L’Otsukai-zutsumi, puó avere un uso quotidiano come avvolgere la merenda per i bambini o un libro oppure per una scatola regalo o una bomboniera prevede un solo nodo, appena accennato. Per gli oggetti più pesanti vi consigliamo lo yotsu-musubi, che si realizza con due nodi, anche usato dai giapponesi per trasportare grandi quantità di merce sfuse nei mercati. Se abbiamo stimolato la vostra fantasia provate a pensare a un pattern ideale per confezionare il prossimo regalo: magari un disegno floreale, arricchito da un piccolo orlo, perfetto per trasformarsi in un fiocco per capelli o un foulard. Il destinatario riceverà due regali in uno e non sarà costretto a buttare nulla! Quali tessuti puoi utilizzare? Nel nostro shop troverete molti tessuti ideali per questo uso, con un pizzico di manualità avrete un furoshiki perfetto stampato con il vostro disegno: tela di microfibra tela di cotone 125gr twill di viscosa eco twill di poliestere riciclato eco crepe di poliestere riciclato Ti ricordiamo che potrai personalizzare il tessuto bianco con un tuo disegno o uno del nostro archivio grafiche, e se vuoi rimanere in tema con il Giappone, ti consigliamo di sfogliare la nostra selezione di disegni ispirati all’Oriente. Per visualizzarli clicca qui. Guarda il video per comporre il tuo primo furoshiki, clicca qui Se ti è piaciuto questo tutorial, ti proponiamo anche la piccola bag porta oggetti, clicca qui image from Canva
Questa settimana Barbara Mazzoleni, ci racconta la sua esperienza da docente e come vengono ideate le splendide texture stampate sui tessuti. Ritagliatevi qualche minuto per leggere questo articolo sulla progettazione digitale dei tessuti e illuminatevi con questi collage di fantasie, raccolti da passerelle recenti e non :). La tecnologia digitale sta indubbiamente cambiando il volto della progettazione tessile. Innanzitutto per i creativi, grazie all'uso di computer e software grafici, si è aperta una possibilitá di sperimentazioni praticamente infinite e con minore dispendio di tempo. Software come Adobe Photoshop e Illustrator sono ormai uno standard per tutti, sia designer professionisti che hobbisti. Ricordo che solo 10 anni fa, nel 2004, una delegazione della Adobe venne all'Istituto Marangoni dove sono docente, per studiare il nostro modo, definito "molto creativo e inusuale", di utilizzare i loro software (Photoshop era nato essenzialmente come software di ritocco per fotografie e Illustrator come software per elaborare marchi e layout). Non erano stati pensati certamente per disegnare tessuti, ed in effetti nelle prime versioni (io uso Photoshop dal 1990, dalla versione 1) era impensabile farlo. In seguito a quella visita la Adobe pubblicò una breve case history sulla Marangoni, tra l'altro una delle prime scuole di moda ad avere inserito nei corsi di Fashion Design la progettazione digitale come materia di studio. Altro fattore importantissimo sono le nuove tecnologie di stampa, che negli ultimi anni cambiano e si evolvono nel giro di pochi mesi, e permettono la riproduzione dei disegni per stoffa con due principali vantaggi: 1 - grazie alla stampa digitale e a sublimazione è possibile riprodurre qualsiasi motivo o immagine, anche con centinaia di sfumature e tonalitá; una volta, con la stampa tessile tradizionale ciò non era possibile, a meno che si fosse disposti a sostenere enormi costi per ogni colore di stampa desiderato (si pensi ad esempio ai magnifici foulard di Hermès, costosissimi e preziosi anche perché stampati con decine di telai, uno per ciascun colore). 2 - la quantitá minima si è notevolmente ridotta: grazie alla stampa digitale e a sublimazione è possibile, ad esempio qui su Thecolorsoup, ordinare anche solo un metro di stoffa "unica", stampata con il proprio personale motivo/disegno. Più in specifico, nella moda, la combinazione tra software per la progettazione e tecnologie di riproduzione digitale "on demand" ha dato luogo a un nuovo tipo di stampa; oltre alle stampe "all-over" (con patterns ripetuti su tutto il capo in modo regolare e infinito) e "piazzate" (nelle quali si dispone la stoffa sul cartamodello per mettere il motivo decorativo nella posizione desiderata), è possibile ora progettare le cosiddette "engineered prints". In questo caso, si costruisce la grafica “ad hoc“ sul cartamodello: questo processo è molto lungo e impegnativo, perché richiede innanzitutto la scansione del cartamodello reale in tanti pezzi, che va poi riassemblato a computer. In questo modo si ha il tracciato reale dell'abito con tutti i suoi componenti, e quindi si posizionano gli elementi decorativi, immagini e quant'altro, con precisione millimetrica, prevedendo anche il "consumo" delle pences ad esempio, le giunzioni tra davanti, dietro, colli, polsini, ecc. Be inspired! birbaluna Patternprintsjournal.com Image Credits: Alexander McQueen, Mary Katrantzou, Etro